La “Manovia” anni ‘60
Sapete che cos'è una "manovia?" La manovia è una serie di carrelli incatenati tra loro che scorrono lungo un binario e che girano incessantemente, sui quali vengono montate le varie parti che compongono un pezzo. Lungo questo serpente meccanico, sono dislocate le postazioni di operai/e che, in varie fasi successive, montano il pezzo in questione. Io, nella mia multipluriennale carriera ho fatto anche quel mestiere. Quattro anni di "galera" ai lavori forzati, condannato dal "tribunale" della fame, a veder passare quei dannati carrelli verdi, tra polvere, vapori di solventi e l’odore nauseabondo di sintetici e pellami, per montare sandali e zoccoli. Tomaie, suole e tacchi, da assemblare tagliare, levigare, smerigliare, lucidare e scatolare. Niente pausa caffè, niente pausa merenda, niente pausa pipì o caccà. Due tempi di 4 ore ciascuno, incollati a quella sedia o a quella macchina, tra rumore, polvere e bestemmie. Hai fame? Bene, nessuno ti vieta di mangiare, basta che tu ti dia da fare e avanzarti sul lavoro prendendo qualche carrello di anticipo; poi tiri fuori dalla tasca il panino che hai messo al mattino e lo mangi lì, seduto con le mani sporche di mastice, di cera, di polvere di pellame, appoggiandolo sul carrello assieme ai pezzi che stai lavorando. Fumi? Non si potrebbe ma puoi farlo: una tirata tra una pennellata di collante e l'altra. Panino e sigaretta appoggiati sul carrello accanto, badando a che non scappi via. Ti scappa la pipì? Anticipi qualche carrello, poi chiami il capo-manovia, che "quando vuole lui" viene a sostituirti e di gran carriera corri al bagno sicuro che quando torni, il capo, ha fatto pochissimo e ti ritrovi con almeno tre carrelli in disavanzo da riprendere freneticamente, per rimetterti in pari. Tra compagni di sventura, si ride, si canta, si parla, ma se il chiacchiericcio generale aumenta troppo, il "capo" sa come riportare la "calma": apre uno sportellino della postazione comandi, gira di una tacchetta un potenziometro, e la manovia aumenta di un pochino la velocità, e di colpo le bocche si chetano, e rimangono solo le bestemmie e le maledizioni. Il rumore assordante, potrebbe essere diminuito, ma l'insonorizzazione costa denaro.... Mentre ero seduto accanto a quel carosello di carrelli verdi, mi paragonavo ai rematori delle "galere" la cui velocità di vogata veniva scandita dal tamtam e lo scudiscio. Poi... una volta l'anno, il "padrone" nella sua immensa magnanimità, porta a cena gli operai. E l'argomento della serata sono: l'auto nuova di grossa cilindrata, perché la precedente aveva i sedili in pelle di colore ormai fuori moda; le tasse che lo attanagliano e lo strozzano, il lavoro che cala, la concorrenza spietata, il rincaro dei costi di produzione, la misera vita che è costretto a sopportare. Tu però lucido, seduto vicino, ascoltando tutto ciò, vorresti gridare, rovesciare il tavolo, spaccare il locale, bruciargli la macchina dai sedili riscaldati, ma la tua famiglia, i tuoi bambini, tirandoti per i lembi della giacca ti trattengono, ed allora, per l'ennesima volta, mandi giù coniglio arrosto condito con lacrime amare, ringraziando il "regime" che permette di avere molte di queste "oneste" persone come il "tuo padrone", che a coronamento di una vita "onestamente operosa" ha avuto anche il riconoscimento di essere nominato "gran cavaliere del lavoro"... mentre a te.. verrà riconosciuta l'onorificenza di " gran cavaliere dei coglioni" Ho fatto mille mestieri, in cento posizioni operative diverse e MAI ho trovato un posto, UNO SOLTANTO, dove non sia stato sfruttato come lavoratore ed anche come essere umano, da uomini senza scrupoli, che con onestà e coscienza a posto, mi chiedevano di lavorare a nero, di pagarmi a nero, di fatturare la metà. Ora a due passi dalla pensione, mi mancano quei 5 anni, che mi hanno "rosicchiato" qua e là in contributi non versati, per permettere a loro, di cambiare l'auto perché il colore dei sedili gli era venuto a noia... e che non mi si venga a dire.. che anch'io ci ho fatto il mio guadagno... perché la percentuale di riferimento, a loro permette una vecchiaia “dignitosa” a me permette solo di morir di fame. |
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