L.N.M.

 

Alcune poesie di un " lucchese nel mondo"
IVO CARDELLI
(da San Francisco USA)


( Ivo testimonia in questi versi, tutta la nostalgia della propria terra,
gli amici, la casa natale, quell'eterna compagnia di chi lasciò
il nostro paese e vive in terre lontane)

 

 

SOGNO DI CASA MIA

 

Al tramonto mi avvince sempre la nostalgia

Quando il sole tinge il cielo color del fuoco

E si cala dietro i monti poco a poco

Con tristezza penso sempre a casa mia…

 

La mia piccola casetta, lassu`,

Vecchia, corrosa dal vento,

Nel suo grembo fui sempre contento;

Fu il nido della mia gioventu`.

 

La lasciai fuggendo via

Non so spiegare il perche`

Forse la forza di un miraggio in me

Rapi` e lontano porto` l’anima mia.

 

Sbagliai! Come le foglie

Soggette alla forza del vento

Fui spinto dalla speranza di farmi contento

E solo mi trovai a bussar lontane soglie.

 

La notte, com’era la vedo, nel sogno:

Precisa, niente e` cambiato

Come se il tempo si fosse fermato

Lontano, di lei ne sento il bisogno.

 

Rivedo la sua vecchia porta modesta

I muri di pietra, il rosso camino

Festosa di presto mattino

Le bianche lenzuola alla finestra.

 

Vedo la mia cameretta

In soffitta, vicino al tetto

Di ferro antico il mio letto

Attaccata al muro un’immagine benedetta.

 

Vedo mio padre al focolare

Con la pipa in bocca, di mano lenta

Attizza il fuoco sotto il paiolo della polenta.

Le fiamme sul ciocco sembran giocare.

 

Vedo mia madre: sfaccenda serena

Odor di buono si sente in cucina

Sul tavolo lo staccio, la gialla farina;

Presto sara` pronta la cena.

 

Vedo nell’aia le sorelle giocar festose

Ancor fanciulle dal cuor sincero

Il loro cammino e` su un sentiero

Fra fiori di campo e gialle mimose.

 

Vedo il colle, ilpadule in piano,

La vigna che ci dava il vino,

Gli ulivi che ci davano l’olio genuino,

Il campo lungo che ci dava il grano.

 

Risento la voce dellaVisona,

Il fruscio del vento fra i cipressi accanto

Dal pollaio dei polli mi giunge il canto

Sento la campana: l’Ave Maria suona.

 

Vedo la fontana:gorgoglia gaia

Offre acqua limpida e pura

Disseta un passante, un cavallo alla vettura

Riempie il secchio della massaia.

 

Sento il profumo dei campi di fieno

Appena falciati

L’odor di castagne che vien dai metati

Odor di pioggia quando torna il sereno.

 

Sento le campane, a casa nessun resta

I fedeli van tutti alla messa

Il vestito piu` buon la gente s’e` messa

Son contenti: e` S. Maria, giorno di festa.

 

Mi sento felice ma pur sento pena

Nel riveder dove ho riso e pianto

Di mia madre sentire il canto

Poi tutto svanisce e mi ricordo appena.

 

Una lacrima mi scivola sulla mano

Mi risveglio in un paese straniero

Un sogno, un sogno che sembrava vero

Solo un sogno,un sogno vano.

 

Da quel tempo ormai assai lontano

Quanta gioia mi giunge d’allora.

Quel ricordo e` rimasto nel cuore sinora

E rimarra` fino a quando Dio mi tendera`

La sua mano.

 

 

Il Ritorno

 

Oh!Lucca Mia!

In questo mondo che nel male s’è perso:

Tu sei poesia!

Un dolce verso!

 

Nel tuo antico splendore,

in unapatina di storia vissuta,

dove nacquero melodie che toccano il cuore,

la tua fama nel mondo è ben conosciuta.

 

Dove il suon dell’ore lento vien con pigri tocchi d’una campana,

dove nel silenzio d’una via

fa eco il sottil zampillar d’una fontana,

dove una vision d’arte passa e un altra s’avvia,

dove la vita è semplice senza clamore e senza frenesia.

 

Oh piccola perla racchiusa nel tuo cerchio alberato:

Che contrasto con questo mondo violento e fugace!

Nei secoli la tua cultura, modesta, ti ha sempre guidato

a seguire una vita discreta, giusta e a nutrire la pace.

 

Lucca rimani così:

Una dama d’un tempo d’allora,

cullata dal canto della dolce Mimì,

dalle tue mura abbracciata come qualcun che t’adora.

 

Io vivo lontano da te,

ormai cittadino d’una terra più vasta

ma tu sarai sempre per me

la mia terra, per il mio cuore è quel che basta.

 

Ogni dì penso sempre al ritorno.

Ti lasciai.Non so spiegare il perchè.

Ma oggi è giunto quel giorno!

Finalmente di nuovo con te.

 

Grande è la gioia che sento,

ritrovarmi in tua compagnia,

in quei luoghi dove un giorno fui contento

fra le tue case, la tua gente per la via.

 

Cercherò di rivivere quegl’anni che presto

fuggirono e fuggiranno

solo lor visione nel cuor rimane che mesto

ancora ricorda con nostalgico affanno.

 

Nel tuo seno ho vissuto la mia gioventù.

Ancora ricordo quei banchi di scuola

in via della Cavallerizza; oggi non ci son più.

Ogni dì in bicicletta dal mio paese facevo la spola.

 

Ancora un ragazzino

solo, tranquillo mi sentivo per quelle vie fra la gente;

forse tu come una madre mi stavi vicino

a me badavi brava e paziente.

 

Solo ricordi d’un tempo fuggito ormai

la lor visione pian piano scolora,

nell ombra del passato assai

nuovi ricordi nel cuor hanno dimora.

 

Lo so il mondo è cambiato

ma tu oh Lucca, rimani così!

Una dama, semplice, serena d’un tempo passato

Fra le tue mura, le tue torri e la dolce Mimì.

 

Il tempo è volato; si fa tardi;

debbo ripartire, è giunta l’ora.

Ma lascia che ti guardi,

che ti tocchi una volta ancora!

 

Lascia che io viva il tuo ricordo, anche appena

quando lontano laggiù

calmerà la nostalgia, calmerà la pena.

Ciao Lucca!Una lacrima amara ancora di più!

 

Lucca, questi sentimenti son sentiti

da tutti i tuoi figli per il mondo dispersi

sin dal primo giorno che furon partiti

proprio a loro vorrei dedicare questi semplici versi.

 

 

La Torre Delle Ore

 

Nella notte punteggiata di stelle, risplende

La Torre illuminata dall’argentea luna;

La sua ombra sui tetti si stende.

Nel silenzio le finestre si spengon ad una ad una.

 

Tutto è chiuso; nel buio la città dorme.

Solo il perenne zampillar d’una fontana.

Fa eco sui muri senza forme.

Don... don...- D’improvviso rintocchi d’una campana.

 

Scende dall’alto della snella Torre

Il suon dell’ore; scivolando nell’aria

Annuncia l’implacabile tempo che corre

Alla città che sogna nella notte solitaria.

 

I tocchi si calano accarezzando la citta’con tono delicato:

Leggeri, timidi, quasi non volessero svegliare,

Diffondendo nell’aria una sensazione dell’antico passato,

al modo d’allora nella vecchia citta` secolare.

 

Da sotto un mare di tegole vecchie e corrose,

Sorgono dalla città sommersa,

La Torre con le sue sorelle antiche e famose.

Ma solo la sua voce con la città conversa.

 

Nel suo pietroso ventre:tic tac… tic tac… senza fretta

Il suo cuore batte, misura il tempo, l’ora ci addita.

Precisa: I suoi tocchi la gente rispetta.

Fedele: A lor fu vicina tutta lor vita.

 

Prigioniera della terra, è sempre dov’era,

Da secoli lì sta come uno scoglio,

Lottando contro il vento, l’acqua, la bufera.

Stanca, forse, ma segue la suavia con orgoglio.

 

Bonacciona, fra le case appiccicata,

Con l’orologio e i suoi grandi finestroni spalancati al vento,

Assomiglia a una persona che sbadiglia assonnolata

Con al collo un medaglione color d’argento.

 

 

 

 

Oh! Sublime Torre! Da lontano ci giunge il tuo cammino!

Ancora intatta risplendi gloriosa, senza boria,

Tale come lo spirito lucchese a te vicino.

Ogni tua pietra è una pagina di storia.

 

Al finir del giorno quando scende la sera,

Tu risplendi con la città dipinta color dell’oro,

In un sussurrar come una preghiera,

Tutti i LUCCHESI ti salutano in coro!

 

 

LE MURA DI LUCCA

 

Quel che fa Lucca bella

e nel mondo.... nominata

sonle Mura

che come una.....ciambella

la tengon circondata.

 

Ci son tante grandi e piccole citta`

ricche d'arte ed anche antica

ma le Mura

come Lucca, nessun ce l'ha

questo bisogna che io lo dica !

 

Sono grandi e poderose

e son pur tutt’alberate

queste Mura

e` percio` che son famose

e son sempre ricordate.

 

Furon fatte per difender la citta`

dagli eserciti nemici

e mantener la liberta`.

Per le Mura questo scopo non c'e` piu`:

Oggi siam tutti amici.

 

Da queste Mura far la guerra un tempo fu l'impegno

Ma con gl’anni l’attenzione si rivolse verso il cuore…

in questo fu visto il .....segno...

e le Mura

divennero la culla ..... dell'amore!

 

Ogni sera all'imbrunire

il buon Lucchese se ne va in passeggiata

e... pian piano va a finire

sulle Mura

con sotto braccio l'innamorata.

 

Sono belle e con frescura,

Sono appena illuminate,

sembran fatte su misura

queste Mura

per le coppie innamorate.

 

Sulle panche... fra le piante,

alla luce d' un lampione...

quanti baci fra le braccia dell’amante...

sulle Mura...

quanti cuori trepidanti di passione!

 

Sul baluardo, in una posa riposante,

c'e` di marmo una pantera

storie d'amore ne ha viste tante..,

su queste Mura

cio` che avviene ogni sera!

 

Sembra che rida e che borbotti:

"Ne ho visti tanti come voi!'

rimbambiti, innamorati cotti

e dalle Mura poi

ognuno se ne va per i fatti suoi.

 

Ma per le coppie col cuor sincero

che s'incontravano ogni sera

su queste Mura

quello fu un amore vero

che duro` tutta una vita intera.

 

L'altro giorno una vecchietta,

nel passar davanti alla pantera,

lentamente passeggiando, un po` curvetta,

con nostalgia si ricorda del passato...quella sera...

 

...Si conobbero ad un festino

quello fu il suo primo amore

ma avverso le fu il destino,..

non fu colpa delle Mura

ucciso in guerra un di` ... apprese con orrore.

 

Nella vita non pote` nessun altro amare

fu per lei un gran dolore

Ha vissuto di ricordi che non puo` dimenticare...

...il suo nome e` sempre scritto in fondo al cuore.

 

Ma i tempi son cambiati…

oggigiorno… far all'amore

per questi nuovi ..innamorati.

non occorron piu` le Mura…

basta aver un buon motore!

 

E`sempre li` quella pantera

ma invece degli amori

sulle Mura ogni sera

si prende… il fumo dei motori!

 

Capisco…le vecchie usanze son passate...

piu` non s'usa sognar sotto le stelle

o cantar le serenate

ma le Mura per me son sempre...belle!!!

 

 

 

UNA DAMA DI UN TEMPO CHE FU

 

Sul viale alberato

un tempo zona ricca e riservata,

c'e' una villa, gloria del passato,

ormai vecchia e trascurata.

 

Li' ci abita un'umile vecchietta

bella donna di un tempo che fu;

ormai rattrappita e poveretta

quello che era or non e' piu'.

 

Gia' da tempo non e' piu' uscita;

per lei il mondo non ha piu' importanza;

vive di ricordi di un'intera vita

ormai racchiusiin una stanza.

 

Ogni giorno trascorre le ore

a riguardare tutte quelle cose

che sono vicine al suo cuore:

ricordi di gioventu`, vicende amorose.

 

Quando era giovane era bella e affascinante

il suo cuore facile vittima di passioni

le sue labbra desiderose tra le braccia dell'amante

i suoi amori brevi ma pieni di emozioni.

 

Era felice nella vita mondana in quei palazzi

contesa fra tanti ammiratori

in lussuosi salotti adomi di arazzi

vestiti di raso, ori e gioelli di grandi valori.

 

Trascorreva le ore davanti allo specchio

per curar la sua bellezza

col trucco a nascondere il vecchio

fu cosa facile finche' ci fu la giovinezza.

  

Ma il tempo inesorabile non ha perdonato

sul suo viso c'e' l'impronta dell'abuso.

Un'anima racchiusa in un corpo consumato

da chi nella vita ne ha fatto troppo uso.

 

A suo tempo si e' divertita.

Ora nel silenzio e solitudine

cerca il riposo; e' stanca della vita

nel passato pone la sua gratitudine.

 

Ieri in un raro piacevole momento in giardino

mentre odorava il profumo di una rosa

una bella farfalla le vola vicino

e leggermente sul fiore si posa.

 

Sorpresa e compiaciuta, con un sorriso

ammira i bei colori di quelle ali vellutate,

poi le parla: " Il tuo mondo e' un paradiso

svolazzando tra fiori e rose profumate.

 

Sai, quando ero giovane, ero bella come te

leggera volavo nel vortice del ballo

in vestiti di seta con ampi decolte'

in grandi saloni con lampadari di cristallo.

 

Pure il mio mondo fu bello assai

pieno di gioia e di divertimento

la gioventu' sembrava non finisse mai

invece e' passato tutto in un momento.

 

Ora son vecchia e rattrappita

le mie membra son fragili e contorte

ormai per me e' finita

non aspetto che l'abbraccio della morte".

 

La farfalla s'allontana e si posa su un altro fiore

lei curva , poggiandosi sul bastone

sul suo viso c'e' il segno del dolore

lentamente s'avvia verso casa, la sua prigione.

 

La casa e' buia,fredda e vuota

una lacrima le scende piano piano

sulla ruga della gota,

tremolante, la ferma col palmo della mano.

 

Basta un poco per sentirsi esaurita.

Ripensando a lei quando sulla scena

giovane, bella e piena di vita

povera donna, ora, fa' pena!.

 

Seduta su quel vecchio divano

per alleviare il suo tormento e la tristezza

la corona stringe forte nella mano

nella preghiera cerca la sua salvezza.

 

La fine e' vicina. E' il nostro destino.

Una vita si spegne e poi non c'e' piu'.

Una croce, una foto con accanto un lumino

qui sotto riposa una dama d'un tempo che fu.

 

 

 

(Ma Ivo non è solo un nostalgico, nei versi che seguono c'è una sottile ironia
per un certo "mal di testa" ricorrente.... )

 

QUEL MALEDETTO MAL DI TESTA

 

Peccato!

Tutta roba che va a male!

Mi avvicino lentamente con amore appassionato

E lei: “ No! Ho mal di testa. Mi sento male!”

 

“Sabato sera. Te lo prometto!”

Lei, furba, ora sa; per tre notti dormira` tranquilla.

Sperando sia questa cosa vera, il poveretto,

Rassegnato, per dormire gli ci vuol la …camomilla.

 

Dio la donna creo`per l’uomo sua compagna,

Devota, amorosa e seducente.

Purtroppo c’e` di mezzo una macagna:

Quel maledetto mal di testa impertinente!

 

Talvolta ti vien fatto di pensare – vorrei dire –

Sia questa della donna strategia…

Per controllar quel poveretto e far …capire

Son’ io che comando, perche` questa e` roba mia!

 

Al pover’uomo aver pazienza e` quel che resta.

Mai fu detto che la vita e` una …chimera

Un bel di` se ne andra` quel mal di testa!

Quella promessa, finalmente, sara` una cosa vera !!!

 

 

...NELLA VECCHIA FATTORIA...

 

Nascosta fra le piante

allafine della via,

dal paese un po` distante

c'e` la vecchia fattoria.

 

Con davanti un gran cortile,

tante stalle,il pollaio,

nel pantano c'`e` il porcile

con accanto un bel pagliaio.

 

Gli animali son numerosi

chi da` uova e chi da` latte,

chi ha le penne oppur pelosi

chi da tiro son bestie adatte.

 

Tanti gatti, un grosso cane dal pelo d' oro,

ci son galline insieme al gallo,

belle muccbe ed ancbe un toro,

un asinello e un bel cavallo.

 

Tutto sembra in armonia.

Ognuno adempie al suo lavoro.

Canta un gallo in allegria

e le galline gli fan coro.

 

L 'altro giorno un po` arrabbiato l'asinello

grido`: “Voglio far protesta al padrone “.

Raccolse tutti nei pressi del cancello

per spiegar la sua ragione.

 

"Uguaglianza!

E' quel cbe voglio!

Ha per me grand'importanza!

Anche un asino ba il suo orgoglio!”

 

“Al cavallogli dan tutte le attenzioni,

spazzolato e buona biada,

una bella staIIa con finestroni

e a me nessun ci bada!”

 

Tutti quanti gli animali

dopo aver ben ascoltato

gli furon tutti solidali

il ciuco fu contento nel sentirsi assecondato.

 

Cosi` si formo` una commissione.

Nel dibattito chi disse questo chi disse quello.

"Chiediamo al cavallo le sue impressioni”

-disse il gatto che ha cervello.

 

Il cavallo: “ Ho alcunecose a precisare.

Sarei contento di vederlo lavorare al mo liveIlo!

Ma ha tante cose da imparare:

l’ubbidienza e far meno l’asinello”.

 

"Io, all'uomo gli sono amico:

ubbidisco al cenno d'una piccola toccata;

lavoro duro e mi affatico

tutta quanta la giornata”.

 

Un passo avanti e due indietro e` del ciuco

La sua andata.

E` testardo, e` proprio un ciuco.

Per farlo andare ci vuole sempre la bastonata.

 

Non e` giusto che per l’uguaglianza m’ abbassi io.

Ma se il lavoro sara` suo intento

e il suo sudore sara` quanto il mio,

io vi dico d’esser eguali sarei contento!

 

Ma se questo non puo` farlo

perche` non rientra nel suo ideale,

io rimarro` il solito cavallo

e lui rimarra` un somaro tale e quale”.

Detto questo, la commissione

capi` che aveva torto l’asinello.

Ma lui insisteva di aver ragione

E che domani fara` appello.