Lucca qualche secolo fa ...

Non avevo mai visitato un sito archeologico durante
le fasi di scavo e di ricerca, ma ieri, grazie all'amico
Luca Ubaldo Cascinu ho concosciuto l'affascinante mondo
dell'archeologia.

In mezzo al verde di prati e pioppete della piana lucchese



in questo paradiso di pace
fervono le ricerche tra i resti di un antico
insediamento di epoca romana: Una fattoria

Per anni nascosta a poche decine di centimetri sotto terra,
grazie al lavoro di persone a cui non fa paura
né la fatica, né il caldo, oggi riaffiorano le fondamenta e le pavimentazioni
di questa antica costruzione, seppellita da successive inondazioni
dell'Auser che passava da questa valle.





oltre alla vanga e alla pala, per l'asportazione del terreno che copre
le antiche spoglie, sono necessari solo pochi attrezzi
come una minuscola cazzuola;

una spazzola;

strumenti di misura per riportare minuziosamente tutto
sulle carte; del filo per dividere il sito in riquadri ed infine
una grandissima pazienza e tenacia...

ma ci vuole anche una discreta esperienza per capire a colpo d'occhio
cosa si nasconde sotto questo manto di terra, accumulato in tanti secoli.
Per esempio, solo un occhio attento ed allenato, può accorgersi
che ciò che sembrerbbe una semplice zolla di terra
attaccata a due pietre che formavano un muro,
in realtà è un vecchio chiodo ricoperto di ossido e di terra.
(nella foto sopra: l'ammasso marrone tra due pietre
poco davanti alla punta della cazzuola; Sotto: fotografato con il "macro"

e basta una pietra affiorante, un po' fuori dall'allineamento dei
resti del muro, per eccitare subito la curiosità di chi scava


in questo Campus Archeologico detto "del Palazzaccio"
coordinato da Luca Ubaldo Cascinu e l'Arch. Alessandro Mrakic

una squadra di 15 giovani provenienti da tre università americane:
la Syracuse University;
la New York University;
e la North Carolina Ashville

sotto la guida del Prof. Charles Ewell (N.Y.University of Florence)
e della Prof.ssa Lorel Taylor (N.Carolina University)

scavano, smistano, lavano, ripuliscono reperti
che poi verranno attentamente registrati vagliati e valutati.

all'occhio profano come il mio, se non fossi stato informato
durante questa visita, quello ritratto nella foto sotto,
sarebbe apparso solo come un ammasso di ciotoli
e detriti, ed invece si tratta di un'antica pavimentazione
realizzata con materiali di scarto e argilla, tipica di quei tempi.

Tra i vari detriti, che a me parevano tutti uguali,
mi hanno fatto notare che vi sono anche cocci
d'orcio o d'anfore riconoscibili dal colore giallognolo o beige


eccone uno in mano mia

pensare che questo coccio era parte
di un recipiente che ha contenuto dei liquidi che servirono
a persone vissute qui migliaia di anni fa,
mi fa una strana sensazione ....




tra i cocci che servirono per realizzare la pavimentazione
eccone uno con un numero: XXIIII
(che dovrebbe corrispondere alla capacità di 24 litri)



si ripuliscono ed esaminano minuziosamente
tutti i reperti






tutto il materiale di risulta dello scavo,
viene attentamente setacciato in fasi successive
alla ricerca dei più i piccoli reperti.




là dove si intuisce che possano esserci diramazioni
laterali si effettuano dei saggi del terreno,
per capire l'estensione reale del sito


l'equipe, per gli scavi si avvale della preziososa collaborazione
dell'assistente Sig. Franco Castellacci




si effettuano continue misurazioni e si disegnano
minuziose planimetrie e disegni dove si riportano
i punti salienti di ogni manufatto



i rilievi archeologici sono curati dall'Architetto Mara Di Giulio


tutte le pietre "più importanti" vengono catalogate

 

 

e si scava... si scava....


Direzione scientifica delle ricerche: Prof. Michelangelo Zecchini

Supervisore:Dott. Giulio Ciampoltrini (Sovrintendenza Archeologica della Toscana)

Enti coinvolti: Provincia di Lucca, Comune di Porcari, Comune di Capannori


Sulla strada del ritorno, mi sono soffermato
a osservare un casolare abbandonato




forse dalla metà del secolo scorso



e mi sono posto alcune domande:



Supponendo che qualche archeologo del futuro,
diciamo tra cinquemila anni, si trovasse a scavare qui,
e ritrovasse i resti di questa costruzione, e da questi resti,
dovesse cercar di capire come vivevamo in questa
nostra epoca.... che idea si farebbe di noi,
con quello che troverebbe dentro questa abitazione ?




sono sicuro che ne dedurrebbe che in questa nostra epoca,
siamo un bel branco di selvaggi, maiali e zozzoni...