La mia chitarra
(inserita nella Antologia di Autori Lucchesi 1996/97)

 

Mentre le dita incerte e tremanti
percorrevano le sinuose tue anse
io sognavo angelici canti
estasiato con animo in trance.

Mi sentivo sì goffo e impacciato,
assaporando quel primo contatto
che ne trassi un suono si errato
da sembrar il ronfare d'un gatto.

Oggi va più sicura la mano
senza guida nel punto preciso
ma vaga ancor la mente lontano
riportando sul volto il sorriso.

Son passati trent' anni da allora
e sei per me miglior compagnia
è con te che stempero ancora
le incertezze dell'anima mia.

Come allor fammi ancora sognare
di platee plaudenti e festanti,
mia chitarra fammi ancora cantare
e saremo eterni, complici amanti.